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Udine Mercati. Alberto Sbuelz al Messaggero Veneto: entro il 2026 saranno investiti 22 milioni

Alcuni passaggi dell’intervista de “Il Messaggero Veneto” (edizione Udine) ad Alberto Sbuelz, alla guida di Udine Mercati dal marzo 2022, a cura del giornalista Alessandro Cesare.

Presidente, come pensa di allargare gli orizzonti del mercato ortofrutticolo?
«Si è cominciato a pensare alla struttura come a un punto focale di una logistica agroalimentare di livello regionale. Un luogo di raccordo tra le diverse realtà operanti sul territorio, in grado di sfruttare come base di partenza un’infrastruttura già disponibile, unica a livello europeo: aeroporto, porti, interporti, mercati agroalimentari e ittici, con servizi doganali e porto franco, tutti interconnessi su ruota e rotaia.».
Cosa serve per dare concretezza a questa visione?
«È necessaria una concessione di lungo termine. Dopo la scadenza dell’incarico ventennale, stiamo procedendo di sei mesi in sei mesi. Ma amministrazione comunale, Camera di Commercio e Regione stanno valutando la strada per consentire alla Udine Mercati di programmare la propria attività sul lungo periodo. Anche pensare a un affidamento di 3 o 5 anni sarebbe riduttivo e impedirebbe l’avvio di tutta una serie di investimenti che necessitano di lunghi periodi per essere attuati e portati a termine».
Ha fatto cenno agli investimenti: quali sono quelli in programma?
«Entro il 2026, saranno investiti 22 milioni di euro (12 dei quali già stanziati dalla Regione, 10 concessi nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza), per superare i 30 milioni entro il 2030. Diverse le aree di intervento del progetto, denominato non a caso “Zero2030” , a cominciare dalle nuove celle frigo nella zona Est, dal ripensamento della viabilità, dalla realizzazione di nuovi box coibentati, di un magazzino automatizzato e refrigerato, di una pensilina di carico-scarico delle merci, fino ad arrivare, nel medio periodo, al rifacimento della palazzina con uffici e dogana. Per ogni fase saranno installati pannelli fotovoltaici fino a una produzione massima di 5 megawatt. Per l’autoconsumo ne bastano 1,5 mw, il resto diventerà parte di una comunità energetica».
Leggi tutta l’intervista e gli articoli sul Messaggero Veneto edizione Udine di martedì 1 agosto.

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