Seafood Summit 2017. ITALMERCATI: l’Ingrosso diventa un network

La mission con cui è nato il progetto era ed è di sviluppare i mercati agroalimentari all’ingrosso italiani. Per questo, tre anni orsono, nasce Italmercati rete d’imprese che è appunto il frutto dell’alleanza fra alcuni tra i principali centri agroalimentari, in cui si sono condivisi valori, criteri, innovazioni di una strategia comune. L’obiettivo comune è quello di valorizzare la funzione strategica dei centri agroalimentari attraverso un’azione che sia concreta e incisiva sia sul versante della rappresentanza istituzionale che su quello operativo. Tutto in funzione del raggiungere una rappresentanza unitaria dei mercati presso le istituzioni nazionali e comunitarie -finalizzata al riconoscimento delle peculiarità e della funzione strategica dei centri agroalimentare, nonché nello sviluppo delle sinergie sui costi gestionali dei mercati. Importante anche le sinergie nell’ambito dei ricavi, mediante lo sviluppo di servizi integrati legati alla logistica, alla distribuzione e alla conservazione dei prodotti agro-alimentari sia in Italia che all’estero. Temi significativi per le prospettive del mercato ittico per le quali abbiamo intervistato il presidente Italmercati Fabio Massimo Pallottini.

Come definisce Italmercati?
Si tratta di un network di aziende private in cui non sono compresi gli enti locali. In altre parole è quindi una sorta di consorzio avanzato, composto da 10 soci di cui 4 dei quali, nello specifico, hanno attività nell’ittico. Il nostro interesse è incentrato sui mercati ittici di una certa rilevanza. Ecco perché abbiamo scelto come mercati all’ingrosso strategici, che noi chiamiamo mercati terminali: Milano, Roma, Napoli e Catania. Li abbiamo dunque raccolti in questa nuova struttura per renderli più attivi, efficienti e produttivi, visto che fin qui erano un po’ costretti dal controllo esercitato su di loro dalle Regioni.

Con il settore pubblico comunque interagite ugualmente …
È naturale. Per esempio con il Mipaaf lavoriamo per contribuire ad alzare la qualità dei controlli e la sicurezza cercando di valorizzare il pesce “minore” tenendo anche presente l’obiettivo di evitare gli sprechi. E in più di comune intesa ci muoviamo anche nelle promozioni del pescato italiano e nella valorizzazione delle diverse tipologie di cattura locale nel Tirreno, nell’Adriatico, nello Jonio, specie che altrimenti rischiano di essere scartate e dimenticate.

Come vi organizzate per mettere a punto queste iniziative promozionali?
La nostra organizzazione prevede che accanto al comitato che governa la struttura e che equivale al Cda, ci sia un gruppo di tecnici preposto alla individuazione, alla proposta delle iniziative che infine ne metta a punto tutti i risvolti organizzativi.
Il progetto viene poi passato al ministero che lo fa proprio e lo finanzia. A quel punto il network si organizza per implementare l’iniziativa nei mercati terminali verso le varie figure di dettaglianti, ristoratori, hotellerie e infine anche verso le marinerie per orientare la cattura verso le specie individuate come interessanti.

Ovviamente non trattate solo pesce italiano …
Vorremmo che fosse così ma purtroppo non lo è perché l’Italia è un paese importatore. L’import arriva in particolare dal Nord Europa sottoforma di pesce fresco pescato, allevato o congelato. Certo ci piacerebbe che l’import fosse di minore entità. Occorre considerare però che l’import è in parte necessario perché non è facile conciliare l’aspetto del potenziamento e dello sviluppo della pesca locale, cosa che auspichiamo come unico modo per supportare le imprese e i posti di lavoro nazionali, e al tempo stesso evitare che certe specie ittiche siano depauperate in modo pesante e magari addirittura definitivo.

E all’export ci state pensando?
La possibilità dell’export esiste non tanto per il pesce di cattura, verso il quale ci sarebbero problemi tecnici di shelf life, quanto verso il pesce di allevamento che può essere brandizzato e giustamente valorizzato come produzione italiana. Proprio pochi giorni fa abbiamo siglato a Corfù un “memorandum of understanding” tra Italmercati e la Central markets and fisheries organization Sa (la maggiore organizzazione Greca) con lo scopo di facilitare l’import-export di prodotti tra i due Paesi, di migliorare la promozione dei prodotti in Italia e Grecia e di permettere uno scambio di buone pratiche a livello tecnico, gestionale e logistico. E questo arriva dopo l’accordo di maggio con l’associazione dei Mercati all’ingrosso cinesi della Cawa. L’obiettivo evidente cui tendiamo è di riassegnare all’Italia un ruolo centrale nel mercato dei freschi. Sempre in questa logica e specificatamente per quanto riguarda il mercato ittico, va evidenziato che, in aprile dell’anno prossimo, saremo a Bruxelles per l’importante fiera del Seafood Expo Global.

Fonte: Mark-up

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